Belmonte Cavazza \\ Casa Lavoro via Forte urbano 1, 41013, Castelfranco Emilia (MO)
Francesco D’angelo \\ C.C. Ferrara, Via Arginone 327, 44122 Ferrara
Claudio Cipriani \\ C.C. Parma, Strada Burla 57, 43122 Parma
Mattia Palloni \\ C.C. Ancona Montacuto, Via Montecavallo 73, 60100 Ancona
Ad oltre un anno dalle proteste sollevate dax detenutx in tutta la penisola per via della recrudescenza delle condizioni carcerarie a “motivo” della pandemia, l’infame iter di custodia penitenziaria, dall’adempimento negli istituti di pena di misure manco lontanamente sanitarie fino alle violenze sistematiche compiute dalle guardie, si è conservato banalmente immutato. Gli interventi ministeriali posti a tampone del regime di sovraffollamento e di abbandononon potrebbero essere, del resto, altro che apparenti proprio in quanto tale regime “proporzionale” è a sua volta il prodotto di una giurisprudenza nazionalista, razzista e classista già di per sé pesantemente discrimininatoria.
Scavando lungo tale solco, caro alla quiete cittadina, la più recente esposizione pubblica rispetto alle dinamiche repressive operate nel carcere di Sant’Anna è quella da poco siglata dalla procura di Modena quale dichiarazione di volersi sciacquare frettolosamente delle responsabilità direttive e insieme esecutive che hanno oggettivamente implicato che di quei 14 detenuti che sono stati “trovati morti”, ben 9 siano stati affidati alla custodia armata di detta giurisdizione.
Tuttavia, mentre è stata fissata per lunedì 7 giugno l’archiviazione delle indagini a riguardo (come poi se la polizia di stato che le ha condotte non avesse, per assurdo, il medesimo interesse istituzionale ad insabbiare le cause repressive che in una manciata di giorni hanno condotto ad un’ennesima -strage di Stato-),
chi ne è sopravvissuto non potrà certo dimenticare con altrettanta alacrità i pestaggi, l’isolamento, i trattamenti sedativi, le omissioni di soccorso ed estenuanti privazioni arbitrarie.
Allo stesso tempo, coloro che non si sono lasciati intimidire da tali prassi reclusive, portandone, anzi, testimonianza, in particolare attraverso un esposto risalente a novembre, continuano a venire sottoposti a minacce e gravi ripercussioni mirate a colpire ulteriormente le loro condizioni di salute psicofisica ed a recidere i legami di solidarietà con l’esterno, fino alla disposizione di accumuli di pena e derive giudiziarie ormai ampiamente sperimentate in decenni di pacchetti securitari interamente dediti al soffocamento dell’anche minimo sprazzo di ribellione.
Invitiamo per tanto ad un incontro per ripercorrere informalmente le fasi storiche dei dispositivi repressivi e di esclusione sociale, i quali restano ad un tempo di stampo fascista e democratico-liberale. Nell’intento di tenerne viva una critica quanto più diretta, innanzitutto va riconosciuta l’irriducibilità del contributo di coloro che pur già privati delle convenzionali libertà non perdono l’orizzonte di una evasione possibile, resistendo in prima persona alla funzione di annichilimento delle strutture penitenziarie…
***NON LASCIAMOLI SOLI***
* SABATO 29 MAGGIO * dalle 16:00 :
\\ VISTO PER CENSURA \\
Riflessioni sul tema del confino politico punitivo, nuovo progetto dei Contrasto.
+ live acustico LABILE ISTANTE DI VUOTO
\\ L’ARIA BRUCIA \\
Echi delle rivolte che hanno infuocato le galere nel periodo ’68-’77.
Una ricerca storiografica dal basso, militante, a cura di Pavel e Nadezda.
>presentazioni, dibattito, apericena vegana : tutto all’aria aperta <