Mese: Aprile 2022
mercoledì 27 aprile – SCHIAVI NELLA CITTÀ PIÙ LIBERA DEL MONDO _ La storia dei RAF punk + sconcerti queer
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La fine del ’77, non smettere di cercare l’amore, sboccare sui benpensanti,
il pogo contro la società dello spettacolo, resistere a pestaggi squadristi, i primi Nabat da fare,
autoproduzioni nelle cantine, insurrezione transgender nelle strade!
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La Bologna Male ai tempi delle band armate…
Raccontata da Laura, batterista dei RAF Punk
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DALLE 19:30
cena osteria vegana + presentazione del libro di Laura Carroli, con approfondimento sui primi approcci queer anni ’80 e sugli approdi attuali
DALLE 22:00
*** INTO THE BAOBAB *** non-binary acid punx tra i rifiuti del progresso
*** MATRAK ATTACK *** antipatriarca crust d-beat dai Paesi della Loira
Odia il macho Ama mucho
“La lotta per la liberazione deve sfuggire alla trappola di cercare l’eguaglianza nella simmetria tra una scala gerarchica femminile e una scala gerarchica maschile: ponendo una donna dominante a parità di un uomo dominante, non si evita che una donna dominata e sfruttata resti accanto del suo omologo maschile.
Bisognerebbe affrontare invece i meccanismi e le istituzioni stesse che nel corso della storia abbiano costruito e mantenuto le strategie del dominio maschile.
Istituzioni e pratiche che non sono isolabili dal dominio politico puro e semplice. Perché possiamo dubitare fortemente che il “patriarcato” sia annientato in una società di Stato, gerarchica, di classi.
Mentre l’emancipazione delle donne dal dominio maschile determina tutte le possibilità di abolire la gerarchia sociale, di andare verso una società più libera ed autodeterminata.”
[ da L’ordine gerarchico e la differenza fra i sessi; tratto da Réfraction n.24, maggio 2010 ]
lunedì 25 aprile – GUERRA ALLA GUERRA _ presidio internazionalista a Spoleto
facciamo deragliare l’unità nazionale
GUERRA ALLA GUERRA
Carovita e licenziamenti, stragi nelle carceri e sul posto di lavoro, crisi energetica e ritorno del nucleare, fogli verdi e repressione. Questa è la guerra che il governo di Unità Nazionale ha dichiarato agli sfruttati. Questa è la guerra contro cui siamo chiamati a combattere. La nostra guerra è contro lo Stato e il capitale, in continuità con le pratiche conflittuali e coi nostri prigionieri nel cuore. Non ci arruoliamo alla chiamata alle armi della borghesia, non andiamo a combattere contro altri sfruttati dentro e fuori i confini.
Per la solidarietà internazionalista.
CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL NUCLEARE, IN DIFESA DELLA STAMPA ANARCHICA, IN SOLIDARIETÀ COI RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI E LE PRATICHE DI CUI SONO ACCUSATI.
Manifestazioni internazionaliste:
25 aprile 2022 // in piazza Garibaldi alle ore 15:00 // Spoleto
1° maggio 2022 // in piazza Alberica alle ore 14:30 // Carrara
domenica 10 aprile – NOTE BANDITE matinée benefit per NoCPR NoFrontiere FVG
DALLE 16:00
Enri-ot e Marco Pandin di StellaNeraAutoproduzioni presenteranno Note Bandite, una compilation di tracce sul tema della resistenza con una raccolta di recensioni di Enrico, compagno del reggiano.
Grazie ad Undernoise Modena Crew per la proposta di dibattito!!!
A seguire concertazzi!
IRA
- hardecore dai quartieri di roma-viterbo
IRMA TRIGGER
- bolognina grunge-post-punx al grido fuck!sexism
MINORANZA DI UNO
- udine-antirazzista anarcopunx sulle barricate
La Cena-Balotta uscirà presto ed a sostegno dex compagnx di NoCPR NoFrontiere del nordest,
solidalx a tuttx coloro che sono rinchiusx nell’infame CPR di Gradisca.
https://nofrontierefvg.noblogs.org/
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Come si sarà notato, nelle ultime settimane, improvvisamente, dopo anni di retorica demagogica sux migrantx, è apparsa la possibilità fin’ora repressa di accogliere centinaia di migliaia di profughx.. Il distinguo compiuto a favore della popolazione ucraina non sta impedendo affatto che tuttx coloro che non posseggono “adeguati” aggiornamenti burocratici finiscano rinchiusx ed espulsx, per lo meno quando non si continui a morire sui valichi alpini, nei boschi, al passaggio dei treni, in mare, in gabbia.
Nonostante l’implementazione di sorveglianza costiera (o meglio, proprio “grazie” ad essa) sono esemplari i risultati del dirottamento migratorio e degli investimenti in tale ambito. La più recente conquista dei criteri internazionali di protezione è il centinaio persone lasciate bloccate al largo della Libia per giorni, proprio una settimana fa; un mancato soccorso che ha permesso di conseguire il raggiungimento della morte (sempre a monito, del resto) per ben 90 di loro.
I finanziamenti dell’Europa Unita si mantengono costanti tanto per il setacciamento poliziesco tra i confini interni allo Shengen, tanto nell’obiettivo ormai di lunga data di esternalizzarne i controlli. Rispetto al primo tipo di operazioni è esemplare la collaborazione di Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia, con le misure repressive croate, coordinate con quelle slovene tramite accordi bilaterali sulla gestione delle frontiere.
Per chi venga in generale catturato su suolo italiano non c’è stata, nei decenni, alternanza di governo che non abbia puntato alla recrudescenza dei criteri detentivi per migranti sprovvistx di permesso di soggiorno, così come di quellx per il loro respingmento nei stessi paesi da cui erano fuggitx.
Non sono state da meno della precedente retorica salviniana, tra le altre, le eloquenti disposizioni del ministro Lamorgese di procedere al rimpatrio esulando dalle procedure difensive in materia di diritto persino in periodo di piena pandemia covid-sars-19.
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Le compagne ed i compagni di NoCPR NoFrontiere FVG si sono in particolare occupatx di contrastare il CPR di Gradisca d’Isonzo, in provincia d Gorizia, riaperto nel dicembre 2019 e spesso scosso dalle rivolte dex migrantx che vi vengono rinchiusx. Già a pochi mesi dalla sua messa in funzione questo lager ha dato prova delle atrocità che competono alle guardie, ma le notizie di pestaggi, la mancanza di soccorso medico e insomma l’assassinio di Vakhtang, di provenienza georgiana, sono state possibili soltanto attraverso la rete di solidarietà. Purtroppo solo in rari casi accade che si riesca ad eludere le restrizioni poste ax reclusx e finalmente a prendere contatto con loro.
L’omicidio di Vakhtang resta ovviamente solo uno dei tantissimi casi di abuso di potere che le istituzioni democratiche necessitano in via ordinaria per mantenere in piedi le strutture carcerarie fondate sugli obiettivi di controllo e sulle logiche di profitto della diplomazia internazionale. Altrettanto necessaria, anche per la stessa prassi normativa, è la copertura delle indagini, le archivazioni delle testimonianze.
Ricordiamo che persino la chiusura del vecchio CIE friulano era conseguita all’omicidio di Stato di Abdelmajid El Kodra, nel 2013.
Le privazioni di oggetti personali (almeno palliativo dell’isolamento come i cellulari) e le vessazioni razziste nei CPR rimangono all’ordine del giorno, ma anche le proteste in risposta ad esse; fino ad incendi, evasioni, forme di autolesionismo.
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Approssimandoci al 25 aprile, nessun vecchio concetto di resistenza al fascismo potrebbe farsi coerente nello scenario attuale, scenario non solo di una ennesima guerra, una delle 70 in corso nel mondo, bensì della spettacolarizzazione della stessa ad uso della comunicazione ufficialmente interventista di ciascun apparato statale. Il conflitto tanto discusso, presentato sulla carta come una problematica soltanto russo-ucraina, ideologicamente poggia su di un odio razziale che non ha mai trovato fine nel mondo civilizzato, anzi. Nella realtà più materiale e vicina a noi, esso non è nient’altro che l’esito di manovre dei grandi capitali compartecipi alla contesa dello sfruttamento territoriale ed energetico, del servilismo volontario e della forza lavoro.
Il vecchio concetto di “resistenza al fascismo” sembra convivere coerentemente con la conservazione legalista di sezioni d’arma e dirigenza padronale; soliti posti di comando. Le democrazie neoliberali continuano ad avvalersi degli stessi strumenti autoritari che vengono all’occorrenza dichiarati prerogativa “folle” dei regimi totalitari coi quali hanno stipulato i più proficui accordi commerciali.
L’unica lotta nella quale possiamo pertanto riconoscerci è quella che rifiuti le discriminazioni -quanto i privilegi- che reggono l’impostura nazionalistica, perché l’autodeterminazione individuale -né quella collettiva- non si dà se non combattendo le autorità costituite e le strutture sociali oppressive, che arrivano a criminalizzare persino la solidarietà spontanea dal basso verso chi è senza cittadinanza pur di perseguire penalmente e purtroppo ancora fisicamente chi tenti di riprendersi le più fondamentali libertà di movimento.
A cominciare da quella giudiziaria in ambito di cittadinanza, di matrice coloniale e securitaria.
PER LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO..
SMASH THE BORDERS!!
BURN PRISONS..