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Mese: Dicembre 2022

lunedì 26 dicembre 2022 – incontro sul progetto di riduzione del danno antispecista CANI IN FESTA

Posted on 2022/12/25 - 2022/12/25 by la scintilla
💫26 DICEMBRE 2K22

🥗
dalle 20:00
Cena VEGAN a cura dex T.S.NO dalla Bolognina di infestazioni

🐾
dalle 21:00
Incontro sul progetto CANI IN FESTA da Bergamo
per avviare un percorso autoformativo di confronto sulla riduzione del danno canino.
Per una convivenza con altrə animalə non ridotta a misura d’uomo,
che parta da una concreta conoscenza reciproca e soprattutto non si lasci abbacinare da soluzioni convenzionali
quali i prodotti di un comporto industriale che si è affermato sulla concezione del mondo naturale
come oggetto
da sfruttare e mercificare
o come ostacolo
da rimuovere e sterminare..

..soluzioni che non fanno altro che comportare una catena di sofferenze.

Si può invece ancora contare sulle possibilità di crescere nelle pratiche condivise

attraverso il sostegno e la diffusione di progetti e percorsi come quello di CANI IN FESTA,
che siamo gratx di poter ospitare come primo approccio di presa in carico delle responsabilità
che dentro e fuori gli spazi abbiamo, collettivi e singoli individui,
dal momento in cui si rivendica l’autogestione.

Qui il comunicato .pdf a firma del collettivo sull’avvelenamento di MITRA

e qui la pagina in cui si raccolgono inoltre le riflessioni che sono state pubblicate in precedenza ed in aggiornamento, anche per chi vorrà scriverci


PER RIPARTIRE DA PRATICHE ANTISPECISTE E NEL DIBATTITO A RIGUARDO

🔊
a seguire
TRIBE TEKNO SKLERO ANTICLERO FUORI DALLE GABBIE
TOMB RAT
T.S.NO
 BLACK DROP
SYSTEM REBELS
RTA
INCUBUS
BABUZZI
MAD ALIEN
FREMEN
📽
Visuals by NOXIUM

x UNO SPAZIO OCCUPATO NON E’ UN LOCALE x

non si presta alla mercificazione ma alla condivisione ed al D.I.Y.

= autogestisci la tua presa bene/male e abbi cura di chi ti sta accanto =

= non trattare gli spazi comuni tantomeno la vegetazione che resiste come una pattumiera =

con chi rimane in chiusura allerta acab e si pulisce insieme munitx di 🧹e paletta
=NO FASCI = NO MACHI =
= NO ZOMBIES = NO MERDE =

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sull’avvelenamento di Mitra, comunicati del collettivo La Scintilla

Posted on 2022/12/24 - 2022/12/25 by la scintilla

In questa pagina si vuole raccogliere un insieme di riflessioni ma soprattutto il comunicato a firma del collettivo La Scintilla come bozza di analisi rispetto a quello che è successo nella scelta non condivisa di spargere un anticoagulante topicida nello spazio, e come se non bastasse alle mortifere conseguenze di questo gesto incosciente, nonostante si fosse creduto di aver tolto le esche già da ogni angolo, su di un carlino di nome Mitra.

Se qualcunx vorrà scriverci delle proprie impressioni critiche o indicare suggerimenti per l’approfondimento in modo che si possa elaborare una presa di coscienza quanto più allargata e radicale, non esiteremo a pubblicarle in questo articolo affinché lo scambio a riguardo sia pubblico.

2022.12 versione .pdf del comunicato a firma del collettivo sulla morte per avvelenamento di Mitra

==========================================

Comunicato a titolo personale di unx singolx sul proprio coinvolgimento

illusoriamente cauto e con falsa coscienza di prevenzione del rischio

in un niente affatto inevitabile sterminio specista.

= La vita selvaggia tu amala.. 

O lasciala stare!! =
Questo era un vecchio slogan dell’ALF. Che cazzo tiro fuori… lo so. O sfaso del tutto, mi colpevolizzo, mi martirizzo, o devo prendere atto di tutte le volte che la possibilità di scelta non ha ammesso errori e scelgo di restare per affrontarli.
Non posso però nemmeno calmarmi.. guardo le foto di qualche settimana fa per rendermi conto che non posso tornare indietro, a momenti in un cui un sorriso funzionava, e non credo nemmeno di meritare quello di circostanza.
Un caro amico sta male e non posso rincuorarlo perché sono responsabile del suo dolore.. è uno schifo.. la prima volta che provo una cosa del genere, e mi chiedo davvero come fa chi se la passa tranquillo o addirittura se la gode nel far star male le persone vicine, perché è un vero schifo. Ed è un’ipocrisia in questo momento per me sentirmi in pace, pulirmi, lavorare in mezzo agli alberi per sentire di avere ancora lo stesso approccio non addomesticato, persino dopo che l’ignoranza e la superficialità ci hanno fottutx. C’è da diventarci scemi, o meglio, lo si è stato fin troppo fin qui. Cadute continue in cui non ci si è saputx riconoscere in una lotta comune.
Con tutti gli abomini contro cui ci si rifiuta di lasciarsi assorbire fino a rendersi complici di una estinzione razionalizzata e pianificata, siamo arrivatx al colmo che un’essere finisca in balia così della nostra stessa merda.
Mi sembra un incubo in effetti. Se da piccola aprivo le gabbie dei roditori e delle galline dei contadini dietro casa, oggi non mi riconosco.
Ma non posso nemmeno lasciar intendere che si possa far risalire tutto alla contraddizione, è sempre più complesso di uno schema di giustizia, dinamiche tra individux che si influenzano.. il problema è che io avrei potuto evitarlo.. mi ero anzi illusa di averlo già evitato! invece non era abbastanza e soprattutto non ho saputo a ammetterlo a me stessa per fare di meglio.
Se dietro una contraddizione collettiva ci sono delle mancanze, ho creduto erroneamente di aver aggirato il problema solo ponendomi contro il compromesso con esso (e intendo con compromesso tutto ciò che non è concertazione mutuale, dialogo tra pari, scambio per una consapevolezza reciproca), perché scendere a compromesso significa mancare ai propri obiettivi. Eppure non avevo considerato che dichiarare che quel compromesso fosse già avvenuto, e con ciò rendere conto della sconfitta politica che ne deriva, è ugualmente importante proprio per non mancare l’autocritica rispetto agli stessi obiettivi, ed è appunto l’esercizio dell’autocritica, e che lo sia anche attraverso una comunicazione orizzontale e senza filtri, che torna sempre a rivelarsi fondamentale.
Che Mitra dannatamente sia finito in mezzo a tutto ciò, non me lo posso perdonare e non lo dimenticherò. Ma è qualcosa di irrisolvibile, di irrecuperabile.
Posso solo serbare lo slancio che gli animali manifestano e i suggerimenti che ci lasciano per metterci in discussione. Topi e ratti compresi. Perché stentano a sopravvivere insieme a noi, ma ben prima e molto più gravemente, a causa nostra.
“E così eccoci qui, a portare le cicatrici non solo del filo spinato o degli occhiali rotti ma le cicatrici degli atti senza cuore perpetrati da uomini che non sanno quello che fanno.”
La chiamano igiene a volte, salute pubblica. Peccato che la salute di una società che avviene per mezzo dello sterminio di altre mi fa schifo fino al midollo. Smettiamola di snaturare la vita, se appare sporca brutta e cattiva è perché è stata ricoperta di fango. Nemmeno ci rendiamo conto che finché ci rifacciamo sulla pelle del più debole, o da cui trarre più profitto, non siamo nulla di più evoluto di un qualsiasi predatore. Anzi. Ma non vado a fare la morale a chi non vede che sta solo mettendo il filtro della mercificazione al rapporto di sé con il resto del mondo animale, eppure questa è una sensibilità parecchio sminuita. Penso che gli animali siano da ascoltare e che finché girano significa che non è tutto perduto. Ugualmente, a costo di sembrare negazionista sui topi, direi che fossero un problema sanitario concreto a quest’ora ce ne saremmo accortx, comunque.. e se mi concentro su ciò che non è stato tentato è perché ad oggi non abbiamo più il privilegio dell’attesa che qualcunx si muova per noi, tantomeno quello di potere non-pensare.
Per esempio, non si può delegare l’informazione rispetto a ciò che si agisce, non si può non vedere cosa calpestiamo sotto i nostri piedi..
Non so se questa sia una contorsione ma mi auguro non passi come un’analisi paravento e paracula. Sento ad ogni modo che proprio perché non voglio abbandonare all’oblio le vittime della prevaricazione dell’uomo su altri esseri ho bisogno di andare avanti e non mi voglio permettere di marcire nella paralisi di una inconsapevolezza che ristagna, così come non voglio muovermi sotto ombre di giustificazioni retoriche senza elaborazione.. Contano i fatti, non le parole.
Inoltre, per poi non lasciarsi travolgere dai fatti, sarebbe il caso tenere sempre presente la storia che li avvicenda, quale dialettica abbiamo attraversato: perché non è più tempo di appoggiarsi a scelte che non abbiano una ponderazione approfondita, anche se certo, basterebbe una sensibilità radicale in sé, se non vi fossero orpelli di dinamiche civilizzatrici sempre alle spalle da cui doversi divincolare.. e per distruggerle, perché abbiamo cose molto più sincere da poter fare..
Porcodio.
“NEI MOMENTI PIÙ BUI ABBIAMO VISTO ALTRX INCAMMINARSI
SUL SENTIERO DI GUERRA.
E LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL SI STA TRASFORMANDO
IN UNA LAMA CHE BRILLA [SENZA PIÙ MANICO],
SU QUESTA TERRA FERITA”
(virgolettati presi da Memorie di Libertà, della Western Wildlife Unit)
===========================================
https://lascintilla.noblogs.org/general/almanacco-di-un-inverno-che-non-resti-ammutolito/

 

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sabato 17 dicembre – Riesumazione del docu-libro sull’Atlantide occupata + concerti

Posted on 2022/12/11 - 2022/12/14 by la scintilla

Riesumazione/presentazione delle vecchie foto e locandine che hanno segnato il percorso queer-punx del cassero occupato di Porta S.Stefano, di fronte al suo edificio speculare, il circolo anarchico Berneri, a Bologna.

Dal 2001 al 2015, tra il Nulla Osta e collettivi di atlantidee come Clitoristrix, fino alla laboratoria Smaschieramenti, cercheremo di ricordare non solo il fomento che si riusciva a ricreare in pochi metri quadri (con l’aiuto di quelli cubi durante il pogo, ovviamente) per gridare la propria rabbia, ma anche del perché ed in quali forme la convivenza con collettive lgbt, poi lgbtqi+, sia stata fulcro di una consapevolezza che stava inondando le sottoculture musicali del periodo; in questo caso, dall’harcore al dbeat. È un fatto ancora concreto che l’ambiente punx abbia saputo non solo comprendere e manifestare la critica agli istituti ed alla società di stampo autoritario patriarcale; l’hanno soprattutto resa viva nelle proprie modalità di incontro, praticandola fino ad oggi negli spazi in liberazione attraverso una costante cura mutuale delle relazioni intime che in questi vengono a crescere, a differenza purtroppo di molti percorsi anche fortemente politicizzati a livello rivendicativo, ma che nel personale troppo spesso delegano o fingono di non vedere, finendo per mancare a questa sensibilità radicale..

Occorre in questi ultimi casi creare qualche sorta di rifugio antidiluviano da cui prendere le mosse per immaginarsi rapporti non eteronormati, sperimentandosi nell’autogestione senza padri-padroni di sorta, perché è sul proprio corpo ed i propri desideri che si giocano la prima e l’ultima lotta che vogliano toccare una emancipazione a 360°. Forse proprio per questo nonostante lo sgombero le esperienze come Atlantide hanno continuato a riversarsi ovunque..

E ci auguriamo come sempre che il ricordo dei percorsi che ci hanno precedutx, o con i quali sia sorta possibilità di confrontarsi, possano continuare ad essere di stimolo per un presente di consapevolezza.

 

>> "Se Atlantide affonda, la cercherete per millenni!"
.. il punk non è moda
e non è nemmeno morto..

 

 

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sabato 10 dicembre – BENEFIT prigionierx ora in SCIOPERO DELLA FAME + progetto editoriale sulla storia della propaganda col fatto

Posted on 2022/12/07 - 2022/12/22 by la scintilla

Questo sabato, 10 dicembre,

benefit per Alfredo ed Anna, che stanno strenuamente continuando lo sciopero della fame …

+ raccolta fondi per un progetto di editoria anarchica di prossima pubblicazione sulla storia recente -da prospettiva mai ufficiale- della propaganda col fatto (dai Gruppi di Azione Rivoluzionari Internazionalisti, al maggio 2012 della gambizzazione Adinolfi)

Se lo Stato distribuisce patentini di terrorismo e attribuisce velleità mafiose per via della corrispondenza solidale e di confronto critico tra compagnx e della diffusione di stampa anarchica, non possiamo che rafforzare il sostegno tanto a prigionierx condannatx all’ergastolo per questo, puntando alla propaganda..
Ricordiamo che l’attribuzione di attacchi, che risulti debita o indebita, è materia esclusiva della magistratura, certo non rilevante per menti e cuori in sovversione. E che per quando ne si parla come di un essenza superiore (noi usiamo riferirci in questi termini più come sfottò che altro, e la simbologia nazionale vale per noi tanto quanto un dioporco), non si attenta, attenzione, ad una fantomatica “personalità dello Stato”, visto che il tempo degli Stati assoluti dovrebbe essere finito da un pezzo, ma alla sua pervasività e capillarità normativa e strutturale, tale da non poterci considerare “liberx” nemmeno fuori dalle cinta murarie in cui le magistrature hanno cercato di far marcire unx inquisitx dopo l’altro, ora soltanto in modo più plateale con ostatitivà e censura riservata solitamente al delitto mafioso…

<< Siamo condannati a tutto ciò che è stato inventato >>

scriveva Alfredo Cospito in uno dei suoi lucidi passaggi di analisi sulla lotta internazionalista al progresso capitalistico… una riflessione in cui ognunx potrebbe ritrovarsi, in particolare davanti ai bivi per cui si pone la scelta di mezzi che allontanano da obiettivi rivoluzionari, finendo per ritorcerli in vagheggiamenti illusori. inzavorrati delle tante contraddizioni materiali che troppo spesso trasciniamo insieme a noi come se non potessimo rifiutarcene, come un Sisifo in catene..
Ebbene, in ambito giuridico, l’affermazione di Alfredo si dimostra tanto più vera; perché è in primo luogo la forma della legge, del decretare, sempre autoritario, pilastro dell’ipocrisia liberale statale, a porre l’origine di una scala di valori in cui le sofferenze non vengono comprese e colmate, al contrario: l’originarle viene ancora assunto come strumento rieducativo davanti al potenziale disordine degli individui.
Cosa dire quindi dell’op. Scripta Manent se non proprio quanto sia stata tutta concentrata ad eliminare non qualche attentatore sparso, ma il problema di coloro che auspicano e che sanno ancora immaginarlo anzi si dedicano a nutrirlo, l’insorgere contro tutto ciò che sia ordinamento funzionale allo sfruttamento totale?
La condizione definitivamente censoria ed ipersorvegliata posta dal 41-bis, congiunta alla inaccessibilità di benefici carcerari definita invece nell’articolo 4-bis, si configura come l’estremo strumento di tortura che lo Stato si concede attualmente, appunto grazie al vecchio escamotage della scongiura di racket illegali. Nel concreto ovviamente, queste pene storicamente non hanno mai avuto lo scopo di cui fanno menzione i sostenitori dei codici, ossia quello di debellare interessi mafiosi, bensì piuttosto si riscontra come questi siano stati inglobarli o sostituti dall’approccio legalista, il quale riassumendo in sé analoghe forme di ricatto, soltanto edulcorate con retoriche orwelliane, non ha fatto altro che assorbirne l’influenza, assumendone il completo monopolio.. o come minino ricavandone la propria percentuale di quotazioni.
Stessa cosa avviene in quell’inferno che sono i CPR. In questi giorni solo a Milano, in quello di via Corelli ci sono stati due atti di autolesionismo per evitare rimpatri che sono stati invece prontamente eseguiti, creando una separazione dax proprix carx che è straziante, tanto più se si pensa a quando sforzo e rischi le persone che attraversano confini corrono solo per riuscire ad arrivare vivx.
Le possibilità per le nostre esistenze individuali, autogestite ed in rivolta contro le forme di oppressione sociale si riaprono allora, come è ovvio e tautologico, non nell’abiura, tantomeno nella delazione, ma nel rifiuto di simili logiche persecutorie, giustizialiste, inquisitorie. Arrivando poi, di pari passo, a superare anche quelle innocentiste, perché da questo lato della barricata non sta il bravo cittadino: all’opposto, troviamo il vandalismo e la dissidenza, le sottoculture e l’insurrezione sparsa, come un tempo il brigantaggio e le libere associazioni difendevano l’autodeterminazione e realtà mutualistiche conflittuali. Lasciarsi assorbire dalla pacificazione sociale equivale tutt’oggi ad aver dimenticato la storia dex subalternx, marginalizzatx, esclusx, dannatx, ..mentre tutti quei “carichi residuali” dimenticati dalla Storia ufficiale e pronti a venire immessi nei più infami comparti produttivi, furono, in primo luogo, capaci di farsi rivoluzionarx, combattenti, disertori e disertrici, sabotatori e sabotatrici.
Analogamente, lasciandosi trascinare nel deserto della perdita di significato, accettare cioè che compagnx già circoscrittx nelle propria libertà di agire dalla rappresaglia togata non restino per noi che in qualità di vittime pescate nel mucchio, non sarebbe altro che ridurre lo scandalo provocato dalle proprie cospirazioni allo stesso strumento giuridico che mentre tuona di pericolosità sociale mette nelle aule processuali quel paradosso ideologico che è la pretesa di estorcere, dax singolx imputatx in conflitto con il totale dei soprusi istituzionali, le decantate doti della passività e della remissività. In questo senso, non affidarsi al reintegro delle definizioni di compagnx entro ciò che è stato costruito come loro difesa legale, spesso nell’intento poco fruttuoso di far intenerire un’opinione pubblica che non vuole tuttavia uscire dal proprio stato servile, rischia pertanto di compromettere le motivazioni stesse delle rivendicazioni che hanno portato alla propria incarcerazione.. E tralasciando di quelle, fino a rimuoverlo, il portato insurrezionale (s’intende quello dell’abbandono quotidiano di speranza nelle autorità e quello dell’organizzazione informale, non certo uno slogan composto per dialogare con gli aguzzini sociali..).
Al contrario di una sconfitta simile, dovremmo quindi piuttosto avvederci di quanto e in quali occasioni lo Stato provi ancora paura per la propria sicurezza e stabilità nella catena di sfruttamento di cui è rappresentante. È per questo motivo che intendiamo destinare parte del ricavato oltre che ax compagnx detenutx anche a chi non si lasci intimidire da questi castighi “esemplari”, contribuendo alla pubblicazione di ulteriore editoria anarchica.

Si comincia con la cena già dalle 19:00

Presentazione verso le 21:00 senza rimandàr:

Avremo con noi Marco da Torino per la presentazione del quarto e più recente numero di Respiro, una raccolta di illustrazioni anticarcerarie che offre supporto, ormai due anni, alla Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali.

A seguire, Live crew ed MC:

TENPO da milano, nomacho amamucho beat-box

EMILIO PARANOICO da rovereto, benzo-balaclava anche quando c’è il sole

DIEGO EXPLORER dalla melo-crew, bolzano-torino melo-crew > rap anti-rep sketch
SDP CREW [il Socio da bolo non riuscirà purtroppo] da reggio-emilia, explicit conscious hh
CASALINGAM da rovereto, guerriglia domestica trappista
MISTURA MORTALE da bassano del grappa, riot e disagio
Selecta post-concerti con BLACKK MVGIC beatin’ / dupstep di zona
DECRYPTEZ SOUNDSYSTEM dalla gola del fiume Astico (vi):

DYSERZIC ACID from hip-hop 2 disco 2 elektro mixed 4 mass-dysturbation

NESSYE LEGGENDARYO breakbeat / acid techno vinyl set
MENDUZ techno departure live set

meta-visuals NON3 – FABBRIZZIO FITTIZZIO (dcrYptrz sTm)

 

La domenica mattina, Live Painting + open mic/consolle
( + proiezione di documentari per farcela pesare ..)
PER UN MONDO SENZA GALERE 

Alcuni degli opuscoli controinformativi che teniamo in distro a riguardo:
  • Dichiarazione di Alfredo 09/09/2020 – primo appello op. Scripta Manent
  • Memoria Difensiva di Anna 21/10/2020 op. Scripta Manent
  • [ed.copyriot pandemonio] Scirocco (Madonie) – Mafie e mitopoiesi 
  • O.L.GA. – Contributi sul carcere, assemblea Bologna 2014
  • O.L.GA. – NO AL 41 bis
  • O.L.GA. – Massima Sicurezza
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Almanacco di un inverno che non resti ammutolito..

Posted on 2022/12/07 - 2022/12/14 by la scintilla
PER UN INVERNO CHE NON RESTI AMMUTOLITO,
MEGLIO PIUTTOSTO CHE PROCEDA AMMUTINATO..
Indichiamo le punte di questi giorni sotto i tribunali di sorveglianza ed i palazzi di giustizia, per chi riuscisse a spostarsi, organizzate da tantx compagnx tra Torino a Roma e dalle isole, in sostegno della lotta contro al 41-bis e la repressione che si è stretta intorno alla lotta insurrezionale, ma non solo, fino alla più isolata manifestazione di dissenso. Lo Stato non ha proprio altro modo per dimostrare la democraticità dei propri interessi che aggravare condizioni punitive già annichilenti tramite censura a tappeto e l’impedimento di qualsiasi contatto con l’esterno con l’accusa di stragismo per prigionierx come Alfredo, il cui sciopero della fame in protesta a tutto ciò prosegue da oltre un mese, ed al quale sono seguiti quello di Juan, Anna, Ivan e Michailidis, solidali e complici.
Abbiamo segnato poi un programma temporaneo dello Scintilla (verrà aggiornato nei prossimi giorni) nonostante una grave leggerezza incorsa nell’ultimo periodo. Senza alcuna coscienza del gesto e di come prendere le dovute precauzioni, è stato sparso un veleno per topi che in pochi giorni abbiamo cercato di ripulire, ma non è bastato. Siamo addoloratx dalle morti atroci che questo tipo di prodotto ha causato. Si tratta di una polverina blu. Finché non riusciremo ad assicurarci che non ci sia più pericolo, per favore NON portate animali e fate attenzione.
Per quanto questo tipo di accaduto, conseguito da una scelta non condivisa, illusa della “soluzione facile” di una deratizzazione chimica, sia stato e rimanga irreparabile, intendiamo prendercene responsabilità per lo meno affrontando l’ignoranza che circonda questo tipo di mentalità del dominio dell’uomo sulla natura, come poi se esso ne fosse elemento separato, dell’avanzare dell’antropizzazione a scapito del selvatico, perdendone la comprensione ed il rispetto, e infine della paura che la vita fuori controllo comporta, tanto da concedere contraddizioni simili persino in ambienti che tenderebbero semmai alla liberazione totale. Purtroppo riscontriamo quanto sia necessario riprendere a confrontarci su quanti più spunti possibili di critica antispecista radicale. Facciamo appello quindi a collettivi e individualità che possano condividere le loro conoscenze dirette per una reale e non solo teorica riduzione del danno, e aiutarci a ritrovare una consapevolezza nelle pratiche di autogestione e quotidiane non dimenticando di rifiutare apparati normativi ed industriali che, lungi dal fornire risposte od offrire tutela, pone inesorabile conseguenze di sofferenza e morte per tuttx. quanto questo tipo di accaduto, conseguito da una scelta non condivisa e illusa della “soluzione facile” di una deratizzazione chimica, sia stato e rimanga irreparabile, intendiamo prendercene responsabilità per lo meno affrontando l’ignoranza che circonda questo tipo di mentalità del dominio dell’uomo sulla natura, come poi se esso ne fosse elemento separato!, ignoranza di cui si serve l’avanzare dell’antropizzazione a scapito del selvatico, facendo dilagare la perdita di comprensione nei confronti di come questo possa sovravvivere e convivere, ma anche comunicare, e non da ultimo affrontando l’ignoranza in quanto non produce che paura e passi falsi.
Colmare la propria disinformazione non è delegabile. Ed è terribile dovercelo ricordare ora, attraverso il lutto di cane fratello, non potendo che riscontrare quanto sia necessario riprendere a confrontarci su quanti più spunti possibili di critica antispecista radical, ammettendo di aver agito senza una coscienza collettiva, anche solo un briciolo, che potesse dare un’allerta rispetto a cosa significhi il rispetto per gli animali – affatto solo quelli che piace coccolare -, e compatibilmente con il loro habitat, anche nel valutare quali siano eventuali aspetti di rischio per noi, ma senza mai dimenticare i loro, a cominciare dalle condizioni antropiche devastanti ed inaccettabili a cui ci arrendiamo quando ci lasciamo agire nell’inerzia di un meccanismo di morte..
Non è la vita fuori controllo a comportare di doversi proteggere con mali estremi, ma una ignoranza nei suoi confronti ed una pigrizia intellettuale sul piano delle risposte che possiamo darci nel momento in cui si rilevi che il selvatico sia pericoloso per gli animali umani.. Diventa allora uno scontro per la sopraffazione di ciò che si percepisce come pericolo, ma di cui non si cerca al tempo stesso la conoscenza, tanto da concedere contraddizioni e rovinose riproposizioni di questa logica persino in ambienti che tenderebbero semmai alla liberazione totale.

Facciamo appello quindi a collettivi e individualità che possano condividere le loro conoscenze dirette per una reale e non solo teorica riduzione del danno, e aiutarci a ritrovare una consapevolezza nelle pratiche di autogestione e quotidiane non dimenticando di rifiutare apparati normativi ed industriali che lungi dal fornire risposte od offrire tutela pongono inesorabili conseguenze di sofferenza e morte per tuttx.

= La vita selvaggia tu amala.. O lasciala stare!! =

( vecchio slogan dell’A.L.F. )

 

xxxXXXxxxXXXxxx
Aggiunta del 1 ottobre:
Ripubblichiamo l’almanacco con l’aggiornamento fino al 23 gennaio. Come è stato evidenziato, è un calendario questa volta comprensivo di un rilancio di alcuni dei più urgenti presidi solidali che compagnx lungo tutta la penisola hanno chiamato di contro a varie delle operazioni carcerarie effettuate negli ultimi anni.
Stamattina a Torino si è svolto il procedimento alla convalida della infame riformulazione in termini stragisti delle condanne all’ergastolo per Anna ed Alfredo. Come a tuttx coloro che sono statx postx sotto il torchio penale, occorre in queste ore ribadire solidarietà sia ad Alfredo, giunto al 45°giorno di sciopero della fame, che ax prigionierx che lo hanno accompagnato in questa scelta compiuta sul proprio corpo, prima ed ultima arma di lotta.
Intanto, per avere notizia del responso sull’udienza del 1 dicembre potrebbero passare ulteriori settimane, mettendo letteralmente Alfredo in condizione di non farcela…
Le azioni rivendicative tuttavia non si esauriscono con l’inflizione dell’isolamento, e troviamo in chi sceglie di proseguire tramite sabotaggio e attacchi una piena ragione di lotta contro la violenza sistemicamente perseguita e garantita dalla giustizia infame e repressiva che non troverebbe formalizzazione se non in una struttura statale.
Una violenza che mentre proclama di voler sconfiggere la mafia ne assorbe in sé i connotati del ricatto e della ripercussione, una violenza che affligge quotidianamente nelle carceri e nei CPR, tramite la contrattualizzazione dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, col disciplinamento punitivo/premiale impartito nei percorsi scolastici, attraverso la retorica del decoro che provoca e stabilisce forme di marginalizzazione sociale e di esclusione, mentre non produce altro che consumo a favore della turistificazione.. Una violenza che è alle fondamenta della pianificazione urbana secondo interessi industriali e di estrazione di profitto, e per la quale l’ipersorveglianza non è che funzionale. Una violenza che si è insediata fino a quel che resta del welfare, negli istituti di un’assistenzialismo aziendalizzato e che punta alla normalizzazione ed al reintegro della devianza solo in termini di pacificazione di ogni espressione di malessere e dissenso..
Non possiamo perciò che sentirci in guerra e per la distruzione permanente di una società che fa della guerra votata all’annichilimento dell’individuo il suo principio fondativo nonché il suo motore produttivo.
Tanta forza ax compagnx in sciopero e complici dell’azione diretta, intesa in tutte le sue forme: dai rapporti che intratteniamo, altrettanto sediziosi per un mondo che punta all’automazione ed alla riduzione delle prospettive organizzative ad una esecuzione di compiti e comandi,a quella ovviamente dello slancio rivendicativo e indomito contro l’infamità di burocrati dell’esistente, contro la sua mercificazione, contro l’alienazione pervasiva ottenuta tramite dispositivi di controllo che non ammettono mediazioni di sorta con ciò che ci vorrebbe docili davanti alle ingiustizie..

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Comunicato di unx singolx sul coinvolgimento privo di precauzione in uno sterminio specista

= La vita selvaggia tu amala.. O lasciala stare!! =
Questo era un vecchio slogan dell’ALF. Che cazzo tiro fuori… lo so. O sfaso del tutto, mi colpevolizzo, mi martirizzo, o devo prendere atto di tutte le volte che la possibilità di scelta non ha ammesso errori e scelgo di restare per affrontarli.
Non posso però nemmeno calmarmi.. guardo le foto di qualche settimana fa per rendermi conto che non posso tornare indietro, a momenti in un cui un sorriso funzionava, e non credo nemmeno di meritare quello di circostanza.
Un caro amico sta male e non posso rincuorarlo perché sono responsabile del suo dolore.. è uno schifo.. la prima volta che provo una cosa del genere, e mi chiedo davvero come fa chi se la passa tranquillo o addirittura se la gode nel far star male le persone vicine, perché è un vero schifo. Ed è un’ipocrisia in questo momento per me sentirmi in pace, pulirmi, lavorare in mezzo agli alberi per sentire di avere ancora lo stesso approccio non addomesticato, persino dopo che l’ignoranza e la superficialità ci hanno fottutx. C’è da diventarci scemi, o meglio, lo si è stato fin troppo fin qui. Cadute continue in cui non ci si è saputx riconoscere in una lotta comune.
Con tutti gli abomini contro cui ci si rifiuta di lasciarsi assorbire fino a rendersi complici di una estinzione razionalizzata e pianificata, siamo arrivatx al colmo che un’essere finisca in balia così della nostra stessa merda.
Mi sembra un incubo in effetti. Se da piccola aprivo le gabbie dei roditori e delle galline dei contadini dietro casa, oggi non mi riconosco.
Ma non posso nemmeno lasciar intendere che si possa far risalire tutto alla contraddizione, è sempre più complesso di uno schema di giustizia, dinamiche tra individux che si influenzano.. il problema è che io avrei potuto evitarlo.. mi ero anzi illusa di averlo già evitato! invece non era abbastanza e soprattutto non ho saputo a ammetterlo a me stessa per fare di meglio.
Se dietro una contraddizione collettiva ci sono delle mancanze, ho creduto erroneamente di aver aggirato il problema solo ponendomi contro il compromesso con esso (e intendo con compromesso tutto ciò che non è concertazione mutuale, dialogo tra pari, scambio per una consapevolezza reciproca), perché scendere a compromesso significa mancare ai propri obiettivi. Eppure non avevo considerato che dichiarare che quel compromesso fosse già avvenuto, e con ciò rendere conto della sconfitta politica che ne deriva, è ugualmente importante proprio per non mancare l’autocritica rispetto agli stessi obiettivi, ed è appunto l’esercizio dell’autocritica, e che lo sia anche attraverso una comunicazione orizzontale e senza filtri, che torna sempre a rivelarsi fondamentale.
Che Mitra dannatamente sia finito in mezzo a tutto ciò, non me lo posso perdonare e non lo dimenticherò. Ma è qualcosa di irrisolvibile, di irrecuperabile.
Posso solo serbare lo slancio che gli animali manifestano e i suggerimenti che ci lasciano per metterci in discussione. Topi e ratti compresi. Perché stentano a sopravvivere insieme a noi, ma ben prima e molto più gravemente, a causa nostra.
“E così eccoci qui, a portare le cicatrici non solo del filo spinato o degli occhiali rotti ma le cicatrici degli atti senza cuore perpetrati da uomini che non sanno quello che fanno.”
La chiamano igiene a volte, salute pubblica. Peccato che la salute di una società che avviene per mezzo dello sterminio di altre mi fa schifo fino al midollo. Smettiamola di snaturare la vita, se appare sporca brutta e cattiva è perché è stata ricoperta di fango. Nemmeno ci rendiamo conto che finché ci rifacciamo sulla pelle del più debole, o da cui trarre più profitto, non siamo nulla di più evoluto di un qualsiasi predatore. Anzi. Ma non vado a fare la morale a chi non vede che sta solo mettendo il filtro della mercificazione al rapporto di sé con il resto del mondo animale, eppure questa è una sensibilità parecchio sminuita. Penso che gli animali siano da ascoltare e che finché girano significa che non è tutto perduto. Ugualmente, a costo di sembrare negazionista sui topi, direi che fossero un problema sanitario concreto a quest’ora ce ne saremmo accortx, comunque.. e se mi concentro su ciò che non è stato tentato è perché ad oggi non abbiamo più il privilegio dell’attesa che qualcunx si muova per noi, tantomeno quello di potere non-pensare.
Per esempio, non si può delegare l’informazione rispetto a ciò che si agisce, non si può non vedere cosa calpestiamo sotto i nostri piedi..
Non so se questa sia una contorsione ma mi auguro non passi come un’analisi paravento e paracula. Sento ad ogni modo che proprio perché non voglio abbandonare all’oblio le vittime della prevaricazione dell’uomo su altri esseri ho bisogno di andare avanti e non mi voglio permettere di marcire nella paralisi di una inconsapevolezza che ristagna, così come non voglio muovermi sotto ombre di giustificazioni retoriche senza elaborazione.. Contano i fatti, non le parole.
Inoltre, per poi non lasciarsi travolgere dai fatti, sarebbe il caso tenere sempre presente la storia che li avvicenda, quale dialettica abbiamo attraversato: perché non è più tempo di appoggiarsi a scelte che non abbiano una ponderazione approfondita, anche se certo, basterebbe una sensibilità radicale in sé, se non vi fossero orpelli di dinamiche civilizzatrici sempre alle spalle da cui doversi divincolare.. e per distruggerle, perché abbiamo cose molto più sincere da poter fare..
Porcodio.
“NEI MOMENTI PIÙ BUI ABBIAMO VISTO ALTRX INCAMMINARSI
SUL SENTIERO DI GUERRA.
E LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL SI STA TRASFORMANDO
IN UNA LAMA CHE BRILLA [SENZA PIÙ MANICO],
SU QUESTA TERRA FERITA”
(virgolettati presi da Memorie di Libertà, della Western Wildlife Unit)

 

 

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