Questo sabato, 10 dicembre,
benefit per Alfredo ed Anna, che stanno strenuamente continuando lo sciopero della fame …
+ raccolta fondi per un progetto di editoria anarchica di prossima pubblicazione sulla storia recente -da prospettiva mai ufficiale- della propaganda col fatto (dai Gruppi di Azione Rivoluzionari Internazionalisti, al maggio 2012 della gambizzazione Adinolfi)
Se lo Stato distribuisce patentini di terrorismo e attribuisce velleità mafiose per via della corrispondenza solidale e di confronto critico tra compagnx e della diffusione di stampa anarchica, non possiamo che rafforzare il sostegno tanto a prigionierx condannatx all’ergastolo per questo, puntando alla propaganda..
Ricordiamo che l’attribuzione di attacchi, che risulti debita o indebita, è materia esclusiva della magistratura, certo non rilevante per menti e cuori in sovversione. E che per quando ne si parla come di un essenza superiore (noi usiamo riferirci in questi termini più come sfottò che altro, e la simbologia nazionale vale per noi tanto quanto un dioporco), non si attenta, attenzione, ad una fantomatica “personalità dello Stato”, visto che il tempo degli Stati assoluti dovrebbe essere finito da un pezzo, ma alla sua pervasività e capillarità normativa e strutturale, tale da non poterci considerare “liberx” nemmeno fuori dalle cinta murarie in cui le magistrature hanno cercato di far marcire unx inquisitx dopo l’altro, ora soltanto in modo più plateale con ostatitivà e censura riservata solitamente al delitto mafioso…
<< Siamo condannati a tutto ciò che è stato inventato >>
scriveva Alfredo Cospito in uno dei suoi lucidi passaggi di analisi sulla lotta internazionalista al progresso capitalistico… una riflessione in cui ognunx potrebbe ritrovarsi, in particolare davanti ai bivi per cui si pone la scelta di mezzi che allontanano da obiettivi rivoluzionari, finendo per ritorcerli in vagheggiamenti illusori. inzavorrati delle tante contraddizioni materiali che troppo spesso trasciniamo insieme a noi come se non potessimo rifiutarcene, come un Sisifo in catene..
Ebbene, in ambito giuridico, l’affermazione di Alfredo si dimostra tanto più vera; perché è in primo luogo la forma della legge, del decretare, sempre autoritario, pilastro dell’ipocrisia liberale statale, a porre l’origine di una scala di valori in cui le sofferenze non vengono comprese e colmate, al contrario: l’originarle viene ancora assunto come strumento rieducativo davanti al potenziale disordine degli individui.
Cosa dire quindi dell’op. Scripta Manent se non proprio quanto sia stata tutta concentrata ad eliminare non qualche attentatore sparso, ma il problema di coloro che auspicano e che sanno ancora immaginarlo anzi si dedicano a nutrirlo, l’insorgere contro tutto ciò che sia ordinamento funzionale allo sfruttamento totale?
La condizione definitivamente censoria ed ipersorvegliata posta dal 41-bis, congiunta alla inaccessibilità di benefici carcerari definita invece nell’articolo 4-bis, si configura come l’estremo strumento di tortura che lo Stato si concede attualmente, appunto grazie al vecchio escamotage della scongiura di racket illegali. Nel concreto ovviamente, queste pene storicamente non hanno mai avuto lo scopo di cui fanno menzione i sostenitori dei codici, ossia quello di debellare interessi mafiosi, bensì piuttosto si riscontra come questi siano stati inglobarli o sostituti dall’approccio legalista, il quale riassumendo in sé analoghe forme di ricatto, soltanto edulcorate con retoriche orwelliane, non ha fatto altro che assorbirne l’influenza, assumendone il completo monopolio.. o come minino ricavandone la propria percentuale di quotazioni.
Stessa cosa avviene in quell’inferno che sono i CPR. In questi giorni solo a Milano, in quello di via Corelli ci sono stati due atti di autolesionismo per evitare rimpatri che sono stati invece prontamente eseguiti, creando una separazione dax proprix carx che è straziante, tanto più se si pensa a quando sforzo e rischi le persone che attraversano confini corrono solo per riuscire ad arrivare vivx.
Le possibilità per le nostre esistenze individuali, autogestite ed in rivolta contro le forme di oppressione sociale si riaprono allora, come è ovvio e tautologico, non nell’abiura, tantomeno nella delazione, ma nel rifiuto di simili logiche persecutorie, giustizialiste, inquisitorie. Arrivando poi, di pari passo, a superare anche quelle innocentiste, perché da questo lato della barricata non sta il bravo cittadino: all’opposto, troviamo il vandalismo e la dissidenza, le sottoculture e l’insurrezione sparsa, come un tempo il brigantaggio e le libere associazioni difendevano l’autodeterminazione e realtà mutualistiche conflittuali. Lasciarsi assorbire dalla pacificazione sociale equivale tutt’oggi ad aver dimenticato la storia dex subalternx, marginalizzatx, esclusx, dannatx, ..mentre tutti quei “carichi residuali” dimenticati dalla Storia ufficiale e pronti a venire immessi nei più infami comparti produttivi, furono, in primo luogo, capaci di farsi rivoluzionarx, combattenti, disertori e disertrici, sabotatori e sabotatrici.
Analogamente, lasciandosi trascinare nel deserto della perdita di significato, accettare cioè che compagnx già circoscrittx nelle propria libertà di agire dalla rappresaglia togata non restino per noi che in qualità di vittime pescate nel mucchio, non sarebbe altro che ridurre lo scandalo provocato dalle proprie cospirazioni allo stesso strumento giuridico che mentre tuona di pericolosità sociale mette nelle aule processuali quel paradosso ideologico che è la pretesa di estorcere, dax singolx imputatx in conflitto con il totale dei soprusi istituzionali, le decantate doti della passività e della remissività. In questo senso, non affidarsi al reintegro delle definizioni di compagnx entro ciò che è stato costruito come loro difesa legale, spesso nell’intento poco fruttuoso di far intenerire un’opinione pubblica che non vuole tuttavia uscire dal proprio stato servile, rischia pertanto di compromettere le motivazioni stesse delle rivendicazioni che hanno portato alla propria incarcerazione.. E tralasciando di quelle, fino a rimuoverlo, il portato insurrezionale (s’intende quello dell’abbandono quotidiano di speranza nelle autorità e quello dell’organizzazione informale, non certo uno slogan composto per dialogare con gli aguzzini sociali..).
Al contrario di una sconfitta simile, dovremmo quindi piuttosto avvederci di quanto e in quali occasioni lo Stato provi ancora paura per la propria sicurezza e stabilità nella catena di sfruttamento di cui è rappresentante. È per questo motivo che intendiamo destinare parte del ricavato oltre che ax compagnx detenutx anche a chi non si lasci intimidire da questi castighi “esemplari”, contribuendo alla pubblicazione di ulteriore editoria anarchica.
Si comincia con la cena già dalle 19:00
Presentazione verso le 21:00 senza rimandàr:
Avremo con noi Marco da Torino per la presentazione del quarto e più recente numero di Respiro, una raccolta di illustrazioni anticarcerarie che offre supporto, ormai due anni, alla Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali.
A seguire, Live crew ed MC:
TENPO da milano, nomacho amamucho beat-box
EMILIO PARANOICO da rovereto, benzo-balaclava anche quando c’è il sole
DIEGO EXPLORER dalla melo-crew, bolzano-torino melo-crew > rap anti-rep sketch
SDP CREW [il Socio da bolo non riuscirà purtroppo] da reggio-emilia, explicit conscious hh
CASALINGAM da rovereto, guerriglia domestica trappista
MISTURA MORTALE da bassano del grappa, riot e disagio
Selecta post-concerti con BLACKK MVGIC beatin’ / dupstep di zona
DECRYPTEZ SOUNDSYSTEM dalla gola del fiume Astico (vi):
DYSERZIC ACID from hip-hop 2 disco 2 elektro mixed 4 mass-dysturbation
NESSYE LEGGENDARYO breakbeat / acid techno vinyl set
MENDUZ techno departure live set
meta-visuals NON3 – FABBRIZZIO FITTIZZIO (dcrYptrz sTm)
La domenica mattina, Live Painting + open mic/consolle
( + proiezione di documentari per farcela pesare ..)
PER UN MONDO SENZA GALERE