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PER UN CREPUSCOLO DELLE ISTITUZIONI TOTALI
In ambito carcerario, psichiatrico e nondimeno cittadinista, gli istituti fondamentalmente preposti alla sorveglianza sui corpi, per quanto questa possa aver assunto forme meno esplicitamente autoritarie, nel tempo, perfettamente inscritte nell’economia di interesse capitalistico, continuano ad operare tramite una repressione programmatica, dell’ormai benché minimo slancio emancipatorio individuale alla sopravvivenza, quanto di rivendicazione e riorganizzazione collettiva.
Tuttavia rimangono aperti spiragli attraverso i quali potersi affacciare. CI si affaccia per prendere respiro.. e per non mancare di rimettere insieme i pezzi in cui le nostre peculiari soggettività vengono frantumate e dilaniate a reindirizzo disciplinare.
Ogni esperienza in tal senso, ogni abuso subìto, può assumersi al contempo la capacità di evocare una resistenza al quella che nei non è che un’ideologia del controllo sociale, innanzitutto rafforzando una serie di consapevolezze. Rifiutiamo che la cura di noi stessx, tantopiù reciproca, resti delegata ad apparati che assumono i tratti di una discriminazione tutt’ora fondata sul privilegio economico, la stessa che si esplicita in termini di dominio nazionalista e insieme demografico su larga scala. Dove stanno i margini del consenso a che si ricavi profitto da amministrazione e limitazione delle nostre possibilità di scelta, come si va a ricostruire la categoria sociale del “deviante”, del “criminale”? Sicuramente non intendiamo lasciar abbattere il confronto politico da una dimensione specialistica tesa alla conservazione di una distanza verticista e di managment, di nuovo infantilizzante e che si trascina non di rado in misure materialmente e.psicologicamente oppressive, di “contenimento”. Tantomeno siamo dispostx a ridurci al silenzio davanti a una giustizia compromessa con tali “legittimi” apparati, giustizia che per noi rimane inappellabile in quanto volta a negare, proprio recuperandolo nella retorica del potere di maggioranza, qualsiasi portato esistenziale singolare, ossia tanto fragile quanto autentico..
DALLE 17:00
dibattito con Sara Manzoli e Beppe Battaglia
IL POTERE DELLA PAROLA
( Sara Manzoli, Sensibili alle foglie, 2021 )
progetto di socioanalisi narrativa in contrasto alla carenza dialogica nei ricoveri psichiatrici
La contenzione farmacologica è sintomo di quanto ancora il rapporto tra personale medico ed “utenza in carico” si determini in modo drammaticamente gerarchico.
Si rende allora necessario ridare voce a quelle soggettività ingabbiate da diagnosi che provocano stigma e le cui cure consistono in trattamenti spersonalizzanti, deprivate dagli stessi “Servizi” della propria autonomia.
LE TRE LIBERTA’
( Beppe Battaglia, Sensibili alle foglie, 2019 )
tra il ricordo ed il sogno di un’evasione, per chi ha fame di scavare una via d’uscita dagli organi intestini del potere, le cui le libertà sono solo comprate.. o tutt’al più, concesse.
“Le cinghie di ferro le ho sperimentate nel trasferimento dal carcere di Reggio Emilia a quello di Caltanissetta. Insieme ad altri reclusi sabotammo la catena di montaggio di un’azienda, la Ticino, che si serviva del nostro lavoro per produrre a basso costo grossi trasformatori elettrici..”
La nozione liberatoria che poniamo consiste insomma nell’individuare i punti deboli dell’organizzazione carceraria ed i punti forti di quella collettiva dei reclusi. La libertà che riguarda noi, è quella che ci tocca conquistare.
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A seguire CENA VEGAN e proiezione del documentario:
MAGNIFICHE SORTI E PROGRESSIVE
( collettivo TodoModo, 2020 )
Attraversando l’edificazione a panottico che fu strumento carcerario nell’isola di Santo Stefano, Renato Curcio ci introduce all’inevitabile riflessione sulla pervasività del principio di sorveglianza, dai sistemi di controllo urbano al tracciamento dei dati di navigazione internet, nella realtà delle nostre vite.