DALLE 16:00
Enri-ot e Marco Pandin di StellaNeraAutoproduzioni presenteranno Note Bandite, una compilation di tracce sul tema della resistenza con una raccolta di recensioni di Enrico, compagno del reggiano.
Grazie ad Undernoise Modena Crew per la proposta di dibattito!!!
A seguire concertazzi!
IRA
- hardecore dai quartieri di roma-viterbo
IRMA TRIGGER
- bolognina grunge-post-punx al grido fuck!sexism
MINORANZA DI UNO
- udine-antirazzista anarcopunx sulle barricate
La Cena-Balotta uscirà presto ed a sostegno dex compagnx di NoCPR NoFrontiere del nordest,
solidalx a tuttx coloro che sono rinchiusx nell’infame CPR di Gradisca.
https://nofrontierefvg.noblogs.org/
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Come si sarà notato, nelle ultime settimane, improvvisamente, dopo anni di retorica demagogica sux migrantx, è apparsa la possibilità fin’ora repressa di accogliere centinaia di migliaia di profughx.. Il distinguo compiuto a favore della popolazione ucraina non sta impedendo affatto che tuttx coloro che non posseggono “adeguati” aggiornamenti burocratici finiscano rinchiusx ed espulsx, per lo meno quando non si continui a morire sui valichi alpini, nei boschi, al passaggio dei treni, in mare, in gabbia.
Nonostante l’implementazione di sorveglianza costiera (o meglio, proprio “grazie” ad essa) sono esemplari i risultati del dirottamento migratorio e degli investimenti in tale ambito. La più recente conquista dei criteri internazionali di protezione è il centinaio persone lasciate bloccate al largo della Libia per giorni, proprio una settimana fa; un mancato soccorso che ha permesso di conseguire il raggiungimento della morte (sempre a monito, del resto) per ben 90 di loro.
I finanziamenti dell’Europa Unita si mantengono costanti tanto per il setacciamento poliziesco tra i confini interni allo Shengen, tanto nell’obiettivo ormai di lunga data di esternalizzarne i controlli. Rispetto al primo tipo di operazioni è esemplare la collaborazione di Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia, con le misure repressive croate, coordinate con quelle slovene tramite accordi bilaterali sulla gestione delle frontiere.
Per chi venga in generale catturato su suolo italiano non c’è stata, nei decenni, alternanza di governo che non abbia puntato alla recrudescenza dei criteri detentivi per migranti sprovvistx di permesso di soggiorno, così come di quellx per il loro respingmento nei stessi paesi da cui erano fuggitx.
Non sono state da meno della precedente retorica salviniana, tra le altre, le eloquenti disposizioni del ministro Lamorgese di procedere al rimpatrio esulando dalle procedure difensive in materia di diritto persino in periodo di piena pandemia covid-sars-19.
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Le compagne ed i compagni di NoCPR NoFrontiere FVG si sono in particolare occupatx di contrastare il CPR di Gradisca d’Isonzo, in provincia d Gorizia, riaperto nel dicembre 2019 e spesso scosso dalle rivolte dex migrantx che vi vengono rinchiusx. Già a pochi mesi dalla sua messa in funzione questo lager ha dato prova delle atrocità che competono alle guardie, ma le notizie di pestaggi, la mancanza di soccorso medico e insomma l’assassinio di Vakhtang, di provenienza georgiana, sono state possibili soltanto attraverso la rete di solidarietà. Purtroppo solo in rari casi accade che si riesca ad eludere le restrizioni poste ax reclusx e finalmente a prendere contatto con loro.
L’omicidio di Vakhtang resta ovviamente solo uno dei tantissimi casi di abuso di potere che le istituzioni democratiche necessitano in via ordinaria per mantenere in piedi le strutture carcerarie fondate sugli obiettivi di controllo e sulle logiche di profitto della diplomazia internazionale. Altrettanto necessaria, anche per la stessa prassi normativa, è la copertura delle indagini, le archivazioni delle testimonianze.
Ricordiamo che persino la chiusura del vecchio CIE friulano era conseguita all’omicidio di Stato di Abdelmajid El Kodra, nel 2013.
Le privazioni di oggetti personali (almeno palliativo dell’isolamento come i cellulari) e le vessazioni razziste nei CPR rimangono all’ordine del giorno, ma anche le proteste in risposta ad esse; fino ad incendi, evasioni, forme di autolesionismo.
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Approssimandoci al 25 aprile, nessun vecchio concetto di resistenza al fascismo potrebbe farsi coerente nello scenario attuale, scenario non solo di una ennesima guerra, una delle 70 in corso nel mondo, bensì della spettacolarizzazione della stessa ad uso della comunicazione ufficialmente interventista di ciascun apparato statale. Il conflitto tanto discusso, presentato sulla carta come una problematica soltanto russo-ucraina, ideologicamente poggia su di un odio razziale che non ha mai trovato fine nel mondo civilizzato, anzi. Nella realtà più materiale e vicina a noi, esso non è nient’altro che l’esito di manovre dei grandi capitali compartecipi alla contesa dello sfruttamento territoriale ed energetico, del servilismo volontario e della forza lavoro.
Il vecchio concetto di “resistenza al fascismo” sembra convivere coerentemente con la conservazione legalista di sezioni d’arma e dirigenza padronale; soliti posti di comando. Le democrazie neoliberali continuano ad avvalersi degli stessi strumenti autoritari che vengono all’occorrenza dichiarati prerogativa “folle” dei regimi totalitari coi quali hanno stipulato i più proficui accordi commerciali.
L’unica lotta nella quale possiamo pertanto riconoscerci è quella che rifiuti le discriminazioni -quanto i privilegi- che reggono l’impostura nazionalistica, perché l’autodeterminazione individuale -né quella collettiva- non si dà se non combattendo le autorità costituite e le strutture sociali oppressive, che arrivano a criminalizzare persino la solidarietà spontanea dal basso verso chi è senza cittadinanza pur di perseguire penalmente e purtroppo ancora fisicamente chi tenti di riprendersi le più fondamentali libertà di movimento.
A cominciare da quella giudiziaria in ambito di cittadinanza, di matrice coloniale e securitaria.
PER LA LIBERTÀ DI MOVIMENTO..
SMASH THE BORDERS!!
BURN PRISONS..