LIBERTÀ E DIPENDENZE
La Scintilla è un circolo anarchico con un’assemblea che pratica un’autogestione libertaria dal 1986.
Nonostante ciò che politici e media cercano di inculcare nell’opinione pubblica, anarchia non significa assenza di regole e essere un circolo anarchico non significa essere uno spazio in cui ognuno può fare quello che vuole. Piuttosto significa condividere uno spazio dove poter praticare un’utopia concreta, dove vivere prassi e dinamiche decise collettivamente, differenti da quelle imposte dalla società. Da questa concezione di anarchia non consegue arbitrio, ma responsabilità, un valore fondante della pratica dell’autogestione libertaria, anche più che quello, vago e spesso frainteso, di libertà.
Il percorso verso l’autogestione che cerchiamo di praticare in Scintilla è un atto di autodeterminazione: permette ad ogni individuo che vi partecipa, di assumersi l’impegno e la responsabilità di realizzare concretamente l’utopia di una società anarchica dove vi sia consapevolezza, rispetto delle differenze e delle fragilità, libertà individuale, socialità senza mercificazione, senza sopraffazioni e senza delega.
Per trasformare la società in senso anarchico i metodi possono essere differenti ma, in ogni caso, ogni via di autodeterminazione presuppone l’autogestione, ed essa è possibile solo a certe condizioni.
Durante il periodo delle restrizioni pandemiche, come collettivo, abbiamo voluto creare spazi di espressione e di socialità, riconoscendovi un valore libertario. Fortunatamente siamo riusciti a raggiungere molte persone ma, progressivamente, durante delle iniziative si sono create situazioni che invece di favorire un’autogestione partecipata da chi frequenta lo spazio, l’hanno vanificata. Si sono verificati episodi di sopraffazione, di mercificazione utilitaristica, di mancanza di rispetto e di consapevolezza dei princìpi e delle prassi che fanno della Scintilla un circolo anarchico.
Queste situazioni, che non sono espressione della volontà del collettivo, oltre a complicare l’autogestione, hanno portato ad identificare la Scintilla, anziché come un luogo dove ognun* può sentirsi accolt* e tutelat*, come un posto poco sicuro, escludente. Come collettivo anarchico abbiamo iniziato un percorso di autocritica e di riflessione costruttiva sui comportamenti potenzialmente antisociali che noi stessi mettiamo in pratica: non tolleriamo più queste dinamiche, ne intendiamo promuoverle o contribuire a creare i presupposti che le rendono possibili. Pensiamo che per continuare la pratica dell’autogestione libertaria sia fondamentale prendere posizione e rivendicarla mettendo se necessario dei paletti.
Senza condannare le scelte personali, come collettivo non intendiamo promuovere o avvallare l’abuso e la diffusione di sostanze che creano dipendenza, che alterano le relazioni tra persone e che ne mettono a rischio l’incolumità: oltre ad imporre al collettivo responsabilità che non gli spettano, rendono lo spazio indifendibile dal punto di vista politico.
La società sempre più opprimente e repressiva in cui viviamo genera in ognun* di noi frustrazione e rabbia ma, a maggior ragione, ciò rende necessario restare lucidi e all’erta rispetto ad ogni attacco rivolto alle nostre vite. Alle istituzioni, che storicamente hanno usato la diffusione delle sostanze come strumento di sabotaggio del dissenso, fa comodo avere un ghetto in periferia dove relegare tutto il degrado che altrimenti si riverserebbe in una città-vetrina come Modena, dove il decoro viene al primo posto.
Il collettivo della Scintilla non vuole fare il gioco di questi burattinai: vuole autodeterminarsi e per questo, con le iniziative che verranno, intende creare occasioni di riflessione, di crescita, confronto, di progettazione affinché l’autogestione torni ad essere uno strumento efficace e il ghetto, invece che chiudersi in sé stesso, prenda consapevolezza e riversi nelle strade e nella quotidianità la sua forza, la sua vitalità e la vera Anarchia.
collettivo anarchico La Scintilla