In questa pagina si vuole raccogliere un insieme di riflessioni ma soprattutto il comunicato a firma del collettivo La Scintilla come bozza di analisi rispetto a quello che è successo nella scelta non condivisa di spargere un anticoagulante topicida nello spazio, e come se non bastasse alle mortifere conseguenze di questo gesto incosciente, nonostante si fosse creduto di aver tolto le esche già da ogni angolo, su di un carlino di nome Mitra.
Se qualcunx vorrà scriverci delle proprie impressioni critiche o indicare suggerimenti per l’approfondimento in modo che si possa elaborare una presa di coscienza quanto più allargata e radicale, non esiteremo a pubblicarle in questo articolo affinché lo scambio a riguardo sia pubblico.
2022.12 versione .pdf del comunicato a firma del collettivo sulla morte per avvelenamento di Mitra
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Comunicato a titolo personale di unx singolx sul proprio coinvolgimento
illusoriamente cauto e con falsa coscienza di prevenzione del rischio
in un niente affatto inevitabile sterminio specista.
= La vita selvaggia tu amala.. O lasciala stare!! =
Questo era un vecchio slogan dell’ALF. Che cazzo tiro fuori… lo so. O sfaso del tutto, mi colpevolizzo, mi martirizzo, o devo prendere atto di tutte le volte che la possibilità di scelta non ha ammesso errori e scelgo di restare per affrontarli.
Non posso però nemmeno calmarmi.. guardo le foto di qualche settimana fa per rendermi conto che non posso tornare indietro, a momenti in un cui un sorriso funzionava, e non credo nemmeno di meritare quello di circostanza.
Un caro amico sta male e non posso rincuorarlo perché sono responsabile del suo dolore.. è uno schifo.. la prima volta che provo una cosa del genere, e mi chiedo davvero come fa chi se la passa tranquillo o addirittura se la gode nel far star male le persone vicine, perché è un vero schifo. Ed è un’ipocrisia in questo momento per me sentirmi in pace, pulirmi, lavorare in mezzo agli alberi per sentire di avere ancora lo stesso approccio non addomesticato, persino dopo che l’ignoranza e la superficialità ci hanno fottutx. C’è da diventarci scemi, o meglio, lo si è stato fin troppo fin qui. Cadute continue in cui non ci si è saputx riconoscere in una lotta comune.
Con tutti gli abomini contro cui ci si rifiuta di lasciarsi assorbire fino a rendersi complici di una estinzione razionalizzata e pianificata, siamo arrivatx al colmo che un’essere finisca in balia così della nostra stessa merda.
Mi sembra un incubo in effetti. Se da piccola aprivo le gabbie dei roditori e delle galline dei contadini dietro casa, oggi non mi riconosco.
Ma non posso nemmeno lasciar intendere che si possa far risalire tutto alla contraddizione, è sempre più complesso di uno schema di giustizia, dinamiche tra individux che si influenzano.. il problema è che io avrei potuto evitarlo.. mi ero anzi illusa di averlo già evitato! invece non era abbastanza e soprattutto non ho saputo a ammetterlo a me stessa per fare di meglio.
Se dietro una contraddizione collettiva ci sono delle mancanze, ho creduto erroneamente di aver aggirato il problema solo ponendomi contro il compromesso con esso (e intendo con compromesso tutto ciò che non è concertazione mutuale, dialogo tra pari, scambio per una consapevolezza reciproca), perché scendere a compromesso significa mancare ai propri obiettivi. Eppure non avevo considerato che dichiarare che quel compromesso fosse già avvenuto, e con ciò rendere conto della sconfitta politica che ne deriva, è ugualmente importante proprio per non mancare l’autocritica rispetto agli stessi obiettivi, ed è appunto l’esercizio dell’autocritica, e che lo sia anche attraverso una comunicazione orizzontale e senza filtri, che torna sempre a rivelarsi fondamentale.
Che Mitra dannatamente sia finito in mezzo a tutto ciò, non me lo posso perdonare e non lo dimenticherò. Ma è qualcosa di irrisolvibile, di irrecuperabile.
Posso solo serbare lo slancio che gli animali manifestano e i suggerimenti che ci lasciano per metterci in discussione. Topi e ratti compresi. Perché stentano a sopravvivere insieme a noi, ma ben prima e molto più gravemente, a causa nostra.
“E così eccoci qui, a portare le cicatrici non solo del filo spinato o degli occhiali rotti ma le cicatrici degli atti senza cuore perpetrati da uomini che non sanno quello che fanno.”
La chiamano igiene a volte, salute pubblica. Peccato che la salute di una società che avviene per mezzo dello sterminio di altre mi fa schifo fino al midollo. Smettiamola di snaturare la vita, se appare sporca brutta e cattiva è perché è stata ricoperta di fango. Nemmeno ci rendiamo conto che finché ci rifacciamo sulla pelle del più debole, o da cui trarre più profitto, non siamo nulla di più evoluto di un qualsiasi predatore. Anzi. Ma non vado a fare la morale a chi non vede che sta solo mettendo il filtro della mercificazione al rapporto di sé con il resto del mondo animale, eppure questa è una sensibilità parecchio sminuita. Penso che gli animali siano da ascoltare e che finché girano significa che non è tutto perduto. Ugualmente, a costo di sembrare negazionista sui topi, direi che fossero un problema sanitario concreto a quest’ora ce ne saremmo accortx, comunque.. e se mi concentro su ciò che non è stato tentato è perché ad oggi non abbiamo più il privilegio dell’attesa che qualcunx si muova per noi, tantomeno quello di potere non-pensare.
Per esempio, non si può delegare l’informazione rispetto a ciò che si agisce, non si può non vedere cosa calpestiamo sotto i nostri piedi..
Non so se questa sia una contorsione ma mi auguro non passi come un’analisi paravento e paracula. Sento ad ogni modo che proprio perché non voglio abbandonare all’oblio le vittime della prevaricazione dell’uomo su altri esseri ho bisogno di andare avanti e non mi voglio permettere di marcire nella paralisi di una inconsapevolezza che ristagna, così come non voglio muovermi sotto ombre di giustificazioni retoriche senza elaborazione.. Contano i fatti, non le parole.
Inoltre, per poi non lasciarsi travolgere dai fatti, sarebbe il caso tenere sempre presente la storia che li avvicenda, quale dialettica abbiamo attraversato: perché non è più tempo di appoggiarsi a scelte che non abbiano una ponderazione approfondita, anche se certo, basterebbe una sensibilità radicale in sé, se non vi fossero orpelli di dinamiche civilizzatrici sempre alle spalle da cui doversi divincolare.. e per distruggerle, perché abbiamo cose molto più sincere da poter fare..
Porcodio.
“NEI MOMENTI PIÙ BUI ABBIAMO VISTO ALTRX INCAMMINARSI
SUL SENTIERO DI GUERRA.
E LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL SI STA TRASFORMANDO
IN UNA LAMA CHE BRILLA [SENZA PIÙ MANICO],
SU QUESTA TERRA FERITA”
(virgolettati presi da Memorie di Libertà, della Western Wildlife Unit)
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